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K’t’inga

Set 26, 2021 | Classi astronavi

Proprietario: Impero Klingon

Tipo di vascello: Incrociatore da battaglia

Periodo di attività: 2270 – 2370

Velocità: Warp 5

Membri di equipaggio: circa 800

Dimensioni: lunghezza 350 m.

Armamenti: cannoni disgregatori, lancia siluri fotonici, emettitori phaser, lancia cariche concussive

Strumenti di difesa: scudo deflettore, dispositivo di occultamento

Altri equipaggiamenti:
tecnologia criogenica (installata solo su alcune navi), teletrasporto

L’incrociatore da battaglia di classe K’t’inga è una classe primaria di navi da guerra in servizio con la Flotta Imperiale Klingon alla fine del 23° secolo e con la Forza di Difesa Klingon tra la metà e la fine del 24° secolo.
Il suo design deriva dalla classe D7 a cui assomiglia molto per forme e dimensioni: due ali spiegate contenenti le gondole di curvatura, un lungo collo al fondo del quale si trova la forma a bulbo contenente nella parte superiore il ponte di comando. A differenza del D7 però la superficie esterna dell’astronave ha caratteristiche maggiormente dettagliate ed è ricoperta di sensori, portelli di carico etc.

La classe K’t’inga è più grande e meglio equipaggiata di ogni altra classe di astronavi in forze all’Impero Klingon del 23° secolo. Il suo equipaggiamento d’attacco supera anche quello della tanto apprezzata e longeva classe Bird-of-prey, avendo installate a bordo armi sperimentali a concussione.
Alla fine del 24° secolo, gli incrociatori da battaglia di classe K’t’inga sono stati adattati per stare al passo con i progressi della tecnologia. Negli anni 2370, i lanciasiluri anteriori inclusero un potente emettitore disgregatore, rendendo queste navi avversarie formidabili in battaglia.

Un’altra particolarità di questa classe di astronavi è la dotazione di display, console e sistemi di controllo simili a quelli adottati nella Flotta Stellare. Tramite ampi display l’equipaggio può tenere sotto controllo la funzionalità della nave, dagli armamenti al supporto vitale ai motori a curvatura.

Alcuni incrociatori di classe K’t’inga (come la I.K.S. T’Ong) sono dotati di tecnologia criogenica, che consente agli equipaggi della fine del 23° secolo di essere messi in sonno criogenico per lunghi viaggi. (TNG: “The Emissary”)

Dal 2360 in poi la classe K’t’inga inizia ad essere sostituita dalla più grande e più potente classe Vor’cha. A causa delle ingenti perdite di navi subite dall’Impero Klingon durante la guerra del Dominio molte astronavi di classe K’t’inga hanno visto prolungata per necessità la propria permanenza in servizio.

Storia

Introdotta nei primi anni 2270, l’incrociatore di classe K’t’inga era considerato una delle navi da guerra più potenti delle Forze di Difesa Klingon, servendo anche come nave ammiraglia della flotta imperiale per un periodo durante gli anni 2290. (Star Trek: The Motion Picture; Star Trek VI: The Undiscovered Country)
L’interesse della Flotta Stellare per l’incrociatore di classe K’t’inga fu tale che nel 2285 la classe di navi apparve nello scenario di addestramento della Kobayashi Maru all’Accademia della Flotta Stellare. (Star Trek II: The Wrath of Khan)

L’incrociatore di classe K’t’inga è stato in servizio per quasi un secolo dimostrando di avere un design robusto. Sotto questo aspetto era molto simile alle sue controparti della Federazione, le navi stellari di classe Excelsior e Miranda, la cui utilità sopravvisse ad altri classi contemporanee come l’incrociatore di classe Constitution.

Con notevoli miglioramenti, queste navi da guerra videro un uso continuo come navi di prima linea e di pattuglia di confine durante la Guerra Klingon-Federazione e la Guerra del Dominio dei primi anni 2370. (DS9: “The Way of the Warrior”, “Soldiers of the Empire”, “Call to Arms”)
Tuttavia, non era sempre la nave preferita per tutte le missioni, in quanto navi più agili come il Klingon Bird-of-Prey erano più adatte per alcuni compiti.  (DS9: “Once More Unto the Breach”)

Credits extra: Star Trek Shipyards: Klingon Fleet – Eaglemoss Hero Collection

agg. 26/09/2021

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Credits di questa sezione Memory Alpha - Copyright Italian KlinZha Society
Traduzione e adattamento: Italian KlinZha Society