Star Trek: Discovery – 4×03
di Alessio Candeloro
di Alessio Candeloro
di Alessio Candeloro
Buongiorno Trekker.
Come promesso eccomi con le mie consuete recensioni sugli episodi. Bando alle ciance e partiamo col parlare di Discovery 4×01 “Kobayashi Mary” e 4×02 “L’anomalia”.
La quarta stagione comincia alla grande spiegandoci come la Federazione si stia ricomponendo piano piano. Sempre più mondi rientrano nell’alleanza. Tranne Ni’Var, il nostro caro, vecchio Vulcano (più i romulani) se ne sta ancora sulle sue, come disse una volta O’Brien “in finestra”. Però in caso di bisogno (specie dal punto scientifico) è pronto a dare una mano. Dopo che Burnham e Book aiutano gli Alshain, con un riluttante Imperatore Lee’U che si arrabbia di brutto quando sente che la “Regina” Ruggine (Leeu è anche il nome di uno dei gatti che interpretano Ruggine) è stata addomesticata (geniale il riferimento al poema di Data dedicato a Spot, felix catus), si recano al quartier generale della Flotta Stellare. Qui facciamo la conoscenza della nuova Presidente della Federazione Laira Rillak, un ibrido umano/bajoriano/cardassiano che inaugura la riapertura dell’Accademia della Flotta Stellare dopo 125 anni (dal “the Burn”). E qui mi sorge una domanda. Se l’Accademia è chiusa da 125 anni, tutti gli ufficiali della Flotta visti da quando la Discovery è nel futuro, da dove arrivano? Chi li addestra? Boh. Va beh dai, non preoccupiamocene.
Viene anche inaugurato il nuovo bacino spaziale Archer, con tanto di musichetta di ENT che, diciamolo, ha fatto tutti emozionare (e ad alcuni è scesa anche la lacrimuccia 😢.
Poi, siccome stava andando tutto troppo bene, arriva una richiesta di aiuto da una lontanissima base della Federazione: Deep Space Repair Beta Six.
Allora. Tempo che lo dici tutto è finito l’episodio. Poi, io ogni volta che sento Deep Space spero sempre di sentire Nine. E dai su sceneggiatori, avete reso omaggio alla Voyager, a Nog, ad Archer, fate un piccolo sforzo e fatelo anche per DS9.
Comunque, essendo lontanissima (ma visto il casino successo 125 anni prima bisogna per forza fare le basi così lontano che tanto non le potevi raggiungere? Bah) solo la Discovery può raggiungerla e portare soccorso.
E a questo punto credo che la maggior parte dell’equipaggio della nave farà richiesta di trasferimento. Succede un casino e chi manda l’ammiraglio? La Discovery ovviamente.
Arrivati sul posto vedono questa stazione che gira come una trottola nello spazio. Una immensa (ma non si sapeva ancora quanto grande) distorsione ha distrutto cose e spinto la stazione. A bordo troviamo il comandante Nalas, nativo di Akoszonam. Praticamente uno che non vede il suo pianeta da anni (forse fare una base così lontano, visto che non si esplorava e non avevi dilitio, era inutile). Tra l’altro non è la prima volta che vediamo questa specie. Nello Short Trek “Children of Mars” (che vi consiglio di vedere perché è stupendo), una delle bambine protagoniste, Kima, è originaria di quel pianeta.
Basta divagare Ale. Avete ragione, scusate.
Ovviamente la Discovery, con una manovra EVA del suo capitano, che fa indispettire la Presidente che si trova a bordo della nave (perché sai, un neo eletto presidente dove decide di recarsi in un suo tipico giorno di lavoro? Su una nave che deve svolgere una missione di soccorso ad alto rischio visto che non si conosce la causa del problema), salva l’equipaggio della stazione, tra i quali un Luriano. Sarà più chiacchierone di Morn? Nel dubbio, anche a lui, non hanno fatto dire una parola.
Ma siccome la fortuna accompagna Nalas da decenni, muore schiacciato da dei detriti sul ponte dell’hangar della Discovery.
Burnham voleva salvare tutti e invece, come ci insegna il test della Kobayashi Mary, non sempre è possibile.
E qui scopriamo la vera ragione per la quale la Presidente Rillak è a bordo. Capire se Burnham poteva assumere il comando della nuova USS Voyager NCC 74656-J.
Dopo attenta valutazione da parte del Presidente (ma non dovrebbe essere il Comando di Flotta a decidere le nomine, le promozioni ecc del personale della Flotta Stellare? Altro boh) il nome della nostra eroina viene depennato dalla lista per il suo “bisogno patologico di salvare tutti visto il trauma infantile subito”. Che è un po’ come dire: “siccome vuoi salvare tutti non credi negli scenari senza via d’uscita”. Kirk ci ha costruito una carriera su quella convinzione. Evidentemente nel 3190 ricordano il test della Kobayashi Maru ma non l’unico (da quel che sappiamo) che l’ha superato.
P.S. Per chi se lo stesse chiedendo, dopo indagini, ho scoperto che Burham poteva essere benissimo a conoscenza del test visto che agli inizi del 2250 era già in uso all’Accademia.
Ora abbiamo un problema da risolvere. Quale anomalia ha fatto spostare la stazione, distrutto corpi celesti ecc? Dobbiamo scoprirlo.
Che voglio dire, ma non bastava il “the Burn” della scorsa stagione? Nel 32° secolo solo mega anomalie distruttive? Cioè ragazzi, fate un giro intorno al sole e andate in un altro tempo (si può fare. Episodio TOS “Domani è ieri” e il mitico film “Rotta verso la Terra”) perché qui solo casini.
Ma siccome non era ancora arrivata la parte emotiva in due episodi… Rullo di tamburi… Eccola:
Il pianeta Kwejian (che io continuo a sostenere essere il pianeta dove creano gli articoli di Decathlon) esplode a causa della stessa anomalia che aveva scagliato via la stazione che però era stata presa solo di striscio. Invece il pianeta viene preso proprio in pieno.
Book, molto probabilmente è l’unico sopravvissuto della sua razza.
Ma ogni disgrazia ci fa comprendere meglio l’universo. Quindi scopriamo che l’anomalia (grande 5 anni luce) si sposta. Una cosa così distruttiva volevi che rimanesse ferma? 😂😂😂 Ma no. Mettiamoci che ogni sistema stellare nella sua traiettoria potrebbe essere polverizzato.
Notare come questo accade appena dopo che dei pianeti si stanno riunendo alla Federazione.
Sarà forse un’arma di qualche nemico che non vuole che questo accada?
Lo pensammo anche la scorsa stagione col “the Burn”. E invece era stato un bambino kelpiano piagnone😔.
Quindi tranquilli ragazzi. Restiamo sull’anomalia naturale e iperdistruttiva e vedremo.
Ovviamente, per capire la traiettoria del fenomeno, bisogna recuperare i dati. Come fare?
Bisogna buttarcisi dentroooooo.
Va il nostro amico Book che ora ha un equilibrio mentale di uno col piede su una buccia di banana vicinissimo a un dirupo e, probabilmente, con tendenze suicide. Ma è capibile. Non solo ha perso tutta la sua famiglia, ma il suo intero pianeta. C’è gente che va in panico in maniera peggiore quando per qualche ora WhatsApp va in down. Momento di tensione. Forse muore. Forse rinsavisce. E, grazie alle parole di Burham e l’ologramma di Stamets che lo segue, si salva e torna con i dati.
Ma Tilly scopre che l’anomalia non segue una traiettoria lineare. Si sposta un po’ come le pare. Oggi vado lì, domani vado di là. Assomiglia ad un fenomeno incontrato dalla Voyager (l’ellissi di gravitoni). Tra l’altro, non si poteva chiedere a Zora (il computer della Discovery unita ai dati della Sfera vecchia di 100.000 anni) se un fenomeno simile è mai stato visto?
Ah, altro discorso sul prossimo corpo sintetico che avrà Gray. Inigo Soong type come quello di Picard. Uno dei pochi riusciti a detta di Culber. Ma così non si toglie una memoria al simbionte? Non si dovrebbe interpellare la commissione simbiotica?
Si rischia di creare un precedente pericoloso. Soprattutto per i simbionti. Boh.
In sostanza due episodi godibilissimi. E dopo aver rischiato di non vedere Discovery per 10 mesi, direi che possiamo essere contenti. Vediamo come evolve la situazione ma, secondo voi, cosa ci sarà dietro a questa anomalia distruggi ognicosapossibileeimmaginabile?
Ci sentiamo la settimana prossima.
LLAP🖖🖖
Titolo originale:
Luchshe, chem lyudi
Paese: Russia
Anno: 2018 – in corso
Stagioni: 2
Episodi: 16
Produttore: Vitali Shlyappo, Eduard Iloyan, Aleksei Trotsyuk, Denis Jalinskiy, Mikhail Tkachenko, Eduard Gorbenko, Aleksander Kessel
Casa di produzione: BYW Group
Trasmissione ITA: Netflix
Paulina Andreeva: Arisa
Kirill Käro: Georgy Safronov
Aleksandr Ustyugov: Viktor Toropov
Olga Lomonosova: Alla Safronova
Eldar Kalimulin: Egor Safronov
Vita Kornienko: Sonya Safronova
Aleksandr Kuznetsov: Bars (Barsenev)
Vera Panfilova: Zhanna Barseneva
Fedor Lavrov: Gleb
Sergey Sosnovsky: Alexey Stepanovich Losev
Pavel Vorozhtsov: Igor Mikhailovich Maslovsky
Irina Tarannik: Svetlana Toropova
Sergey Kolesnikov: Anatoly Vladimirovich Svetov
Kirill Polukhin: Pavel Borisovich Varlamov
Viktoriya Korlyakova: Irina Plescheeva
Mariya Lugovaya: Larisa ‘Lara’ Kuras
di Michela Barotto
Russia. In un futuro non molto distante dal nostro i robot dall’aspetto umano sono diventati parte della vita quotidiana degli essere umani. Molte famiglie ne possiedono uno a cui fanno svolgere mansioni di collaborazione domestica, altri robot vengono utilizzati per svolgere lavori più umili o pericolosi, altri ancora vengono creati e programmati per essere utilizzati a scopo sessuale. Tutti i robot sono accomunati dalle stesse caratteristiche: rispettano le 3 note leggi della robotica e non manifestano alcun sviluppo empatico o emozionale.
Il business della costruzione di androidi è molto redditizio e competitivo, l’azienda Cronos (tra le più note in Russia) entra in possesso di un nuovo tipo di androide la cui programmazione però non è del tutto nota. La mancanza di scrupoli del direttore Viktor Toropov porta l’azienda a decidere di presentare il prima possibile il nuovo e innovativo modello di androide per sbaragliare la concorrenza sul mercato, pur non conoscendone appieno tutti gli aspetti e senza nemmeno la certezza di riuscire a replicare altri soggetti per la vendita.
Alcuni eventi gravi riveleranno presto che l’androide (che prende il nome di Arisa) non è vincolata dalle leggi della robotica e sembra manifestare una comprensione dei sentimenti umani essendo stata progettata per essere membro di una famiglia e protettrice della famiglia stessa. Arisa fugge dalla sede della Cronos, incontra accidentalmente una bambina di nome Sonia e seguendo la propria programmazione registra la bambina come membro della sua famiglia. Da questo momento in poi la storia della famiglia di Sonia (composta dal padre Georgy Safronov, dalla madre Alla e dal fratello maggiore Yegor) si intreccia con gli intrighi aziendali della Cronos e con le azioni del gruppo terroristico chiamato “Liquidatori” che con le loro azioni vogliono eliminare gli androidi perchè, a loro dire, stanno sostituendo l’essere umano in tutti i livelli della società, sottraendo anche possibilità di lavoro. A complicare la situazione c’è anche la polizia che iniziando ad indagare sulle azioni del gruppo terroristico arriva a scoprire un omicidio avvenuto all’interno della Cronos, evento che sembra tutti vogliano mantenere segreto.
Anche grazie a Netflix possiamo oggi dare uno sguardo a produzioni televisive un po’ diverse dallo stile a cui siamo abituati. Better than us (in originale Luchshe, chem lyudi traducibile in “migliori degli umani”) è un prodotto di buon livello in cui è evidente l’investimento economico non proprio al risparmio fatto dalla produzione (russa al 100%). La narrazione non è particolarmente innovativa o avvincente, lo svolgimento della storia è abbastanza prevedibile e la recitazione un po’ piatta dei protagonisti non aiuta lo scorrimento degli episodi. Nonostante ciò incuriosisce sicuramente chi si nutre di serie televisive e vuole assaggiare un gusto nuovo. L’ambientazione non si discosta molto dalla nostra attualità, a parte gli androidi e qualche aspetto tecnologico un po’ moderno i russi vanno in giro con automobili che possiamo vedere oggi in circolazione. Nessun futuro avveniristico quindi ma solo uno sguardo ad un possibile futuro distante da noi 10-15 anni.
Al momento sono state prodotte e distribuite due stagioni composte da 8 episodi, c’è un po’ di confusione a riguardo perchè le stagioni sono due ma Netflix ha pubblicato i 16 episodi come 1° stagione. •
pubblicato su Fantazone n° 41 – novembre 2019
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