Star Trek: Discovery – 4×04

Star Trek: Discovery – 4×04

di Alessio Candeloro

Eccomi a voi con la recensione dell’episodio 4×04 “All is possible”.
Dopo una settimana dall’ultima missione (con mamma Burnham), il capitano apre l’episodio con il classico: “Diario del Capitano”, e scopriamo che siamo in data stellare 865661.2, Wooooow, bellissimo sentirlo. E ora tutti a fare i calcoli su mese, giorno mi raccomando che al prossimo post vi interrogo.
Poi ordina a tutti di fare attività ricreative per svagarsi un po’.
L’unico a rimanere al lavoro è Stamets che vuole risolvere il mistero dell’Anomalia di Materia Oscura. In realtà resta in servizio anche Culber che vediamo svolgere a pieno titolo (anche se credo nessuno nella Flotta gli abbia conferito il ruolo) l’attività di Consigliere. E lo fa alla grande. Prima con Tilly (in questa stagione eterna indecisa sulla carriera da prendere) e poi con Book. Lo vuole aiutare a elaborare il lutto per la sua grande perdita. Con lui parlano di come far uscire le emozioni, come vivere il dolore, come smettere di avere la faccia triste, come non far preoccupare il capitano che poi si distrae durante le missioni ecc. 🤣🤣Book dice che era il loro pianeta (quello di Decathlon) a guarirli. Con rituali come il “Kwei’tholum’kwei”, fatto nelle foreste “Tulí”, vicino al fiume “Mameckx’sha” con le tempeste “Naillem’kwai”…cioè…veramente? Ma questi nomi come vengono in mente agli autori? Dai, o sono nomi di prodotti Decathlon, cambiando l’ordine di vocali e consonanti, o sono nomi svedesi contorti di mobili Ikea (in qualche modo il pianeta andava arredato no?). Altre spiegazioni non ci sono.🤣
Mentre con Tilly è stato semplice: “Prima capisci cosa vuoi fare visto che negli ultimi due episodi hai pensato a carriere alternative come: Suora mazzulatrice, Giardiniera all’accademia, Diplomatica, Esca per piani strampalati. Ora mi dici anche che vorresti fare il dottore. Calma. Quando l’avrai capito, seguirai la carriera giusta. Nel frattempo, vai a fare una esercitazione promossa dal dottor Kovich sullo spirito di gruppo tra cadetti. Grazie, sono 20 strisce di latinum. Avanti il prossimo!”💵
Con Book la faccenda è un tantino più complicata tanto da dire alla sua segretaria (dai, Culber avrà sicuramente una segretaria) “Mi cancelli tutti gli appuntamenti della giornata.”
Nel frattempo, Burnham e Saru vengono invitati (diciamo invitati ma era un ordine della Presidente “di ferro” Rillak) alla conferenza per l’entrata di Ni’Var nella Federazione dopo 4 mesi di trattative.
La scusa ufficiale è che l’ammiraglio “brizzolato” Vance è in malattia (non ci crede nessuno. Nemmeno noi che guardiamo l’episodio🤥) e bisogna avere una presenza della Flotta. Dico io, ma non ci sono altri ammiragli nella Flotta? Boh.
Comunque, tutti tirati a lucido, si va su Ni’Var (che ci presenta l’architettura dei palazzi stile film Star Trek Reboot del 2009) e, sul più bello della conferenza, quando ormai mancava solo mettere l’impronta delle due presidenti, Rillak e T’Rina, sul trattato, la vulcaniana decide di voler mettere un nuovo emendamento. “Nel caso di megaipersupergrandi problemi, tipo l’anomalia di materia oscura, altri disastri o se la Federazione non ascolta più i nostri problemi, noi possiamo beatamente ritirarci dal trattato senza conseguenze. “Chi si è visto si è visto, buone cose cumpà!”
Rillak, giustamente, non ci sta. E tutto sta per saltare quando ecco che Burnham “mi infilo in ogni discorso” si intromette dicendo che forse sarebbe meglio trovare un compromesso. Rillak la guarda male. T’Rina crede sia una cosa logica ma impossibile. Ni’Var nella Federazione, tutto da rifare. Ma nooooooo.
Intanto Tilly (che si è portata dietro Adira) assume il comando di una squadra di tre cadetti per creare spirito e lavoro di squadra.
La situazione è semplice. Si va su un pianeta deserto, si fanno delle analisi, si scansiona qualcosa, un bel falò, si canta tutti insieme “Row row row your boat” (ah no, quello è stato già fatto nel franchise) e poi la USS Armstrong ci raccoglie e siamo tutti contenti.
Ma che, ci credi?🤥
Ci scontriamo con dei raggi gamma e la nostra navetta finisce sulla luna di ghiaccio Kokytos di classe L. Vuoi che un po’ di ghiaccio fermi i nostri eroi?
Certo che no.
Quindi aggiungiamo che il tenente che pilotava la navetta (forse l’unico vero esperto della spedizione) ci lascia le penne. Bisogna spegnere la navetta perché gli insettoni blobbosi del pianeta sono attirati dai campi elettromagnetici come le frequenze usate dalla Flotta (se la fortuna fosse liquida i membri della Flotta Stellare ci si potrebbero tranquillamente ubriacare). Idea di Tilly: raggiungere un crinale e chiamare la USS Armostrong che li potrà salvare. Tutti titubanti ma tutti si parte lo stesso. In più aggiungiamo che il cadetto umano, la giovane Val Sasha, non ha mai lavorato con non umani, il cadetto tellarite Taahz Gorev odia tutti gli orioniani compreso, quindi, il cadetto Harral.
Vai a fartela questa attività ricreativa Tilly, ti divertirai un sacco.🤣🤣
Nel frattempo, sulla Discovery, Gray resta nel suo alloggio a coccolarsi il suo nuovo corpo e fare esercizi Zhian’tal. Anche lì, ma la funzione di questo personaggio, verrà mai svelata?🤔🤔 Diciamo che lo trovo poco funzionale alla trama.
Book fa mandala con sabbia di materia programmabile arrabbiandosi tantissimo all’inizio. Ma poi migliora e intanto parla con Culber. Altri passi verso la guarigione.
Sulla luna di classe L Adira resta quasi bloccata da del ghiaccio che sembra quasi vivo ma il lavoro di squadra (evvai ce l’abbiamo fatta!!) la tira fuori dai guai e, per alcuni minuti, tutto il gruppo lavora sulle loro differenze e pregiudizi. Il tellarite odia gli orioniani (Harral compreso) che, con la Catena Smeraldo, affamavano il suo popolo fino alla morte. Ma poi si scopre che il padre del ragazzo dalla pelle verde era Bashorat Harral. Attivista per i diritti. Prigioniero politico della Catena Smeraldo e morto prima della sua frantumazione. Insomma, in quel momento il pianeta non era più ostile e gli insettoni blobbosi si stavano riposando sottoterra. Poi via, di nuovo verso il crinale.
Su Ni’Var Burnham parla con Rillak e Saru con T’Rina (che in questo episodio tira certe occhiate così emotive e chiare al kelpiano che all’85% dei telespettatori è scattato il Pon Farr🤯) per scoprire se è possibile trovare un punto d’incontro per evitare che tutto fallisca e Ni’Var possa rientrare nella Federazione.
Sembra che Rillak non voglia sembrare debole agli occhi dei suoi alleati nella Federazione e non creare un precedente accettando l’emendamento di Ni’Var. T’Rina invece dice che ha dovuto chiedere l’emendamento perché i puristi della logica (un gruppo nel governo di Ni’Var) si sente più al sicuro con tale documento.
Come unire le due cose e stappare una bella bottiglia di Champagne (vitigno Picard ovviamente🍾) di Porto Vulcaniano🥃, Birra Romulana🍺 o altra bevanda tipica nel 3190?
A Burnham e Saru il compito di scoprirlo.
E tante grazie al Presidente Rillak e alle sue fantastiche idee.
Su Kokytos finalmente si arriva sul crinale ma, se si attivano i comunicatori gli insettoni blobbosi arrivano subito.
Come fare?
Ci vuole un piano.
“Ok ragazzi. Quattro si salvano e uno corre attirando gli insettoni rischiando la pelle e facendosi teletrasportare dalla Armstrong all’ultimo secondo. Vado io che sono la più veloce!” Dice Adira pronta a immolarsi.
“Ottima idea. Ma vado io” risponde Tilly.
Ora. Scusate. Ma avete un orioniano e un tellarite atleticamente perfetti. Cavolo tra un po’ si vedono i muscoli da sotto l’uniforme. E ci vogliono andare loro due? Va beh. I cadetti stanno zitti e Adira deve ubbidire all’ordine del tenente Tilly.
Altra carriera per Tilly. Maratoneta.🏃‍♀️
Scappa, viene inseguita, i cadetti chiamano la nave. Nessuna risposta. I cadetti sparano agli insettoni (attirandone uno), Tilly corre come mai in vita sua e intanto spara anche lei. I cadetti richiamano la nave: “Ci dispiace. Al momento non siamo in orbita. Riprovate più tardi!” No scherzo. La nave risponde teletrasportando loro e, all’ultimo nanosecondo, anche Tilly.
Su Ni’Var Burnham prende la parola e propone ai due presidenti un Comitato che, in modo imparziale, guidi il processo di riunificazione in modo da accontentare tutti e non favorire nessuna delle due parti. Lei è umana, cresciuta su Vulcano e addestrata alla logica ma cittadina della Federazione e ufficiale della Flotta Stellare.
Quindi il Comitato è lei. Ma allora chiamalo Arbitro. Va beh. Come sempre, risolve tutto lei.
Con queste premesse Ni’Var rientra nella Federazione. Si stappa ogni bottiglia del pianeta più quelle portate da Rillak.
La Presidente della Federazione dice a Burnham che sapeva dell’emendamento di Ni’Var perché qualcuno l’aveva avvisata. T’Rina.
Serviva una terza parte che potesse riunire le due parti.
Ed ecco il tempestivo, provvidenziale, attacco di squaraus alieno dell’ammiraglio “brizzolato” Vance e l’arrivo di Burnham e Saru.
Inoltre, le dice che J’Vini sconterà la pena nel monastero di P’Jar insieme a mamma Burnham che la seguirà passo passo.
P’Jar ha forse qualche affinità con P’Jem? Forse il nome nuovo dopo la ricostruzione? Speriamo di scoprirlo. Questo sarebbe l’ennesimo collegamento con la serie Enterprise. Una coincidenza? Io non credo.🤔
Saru, intanto, si fa insegnare la meditazione vulcaniana dalla Presidente T’Rina.
Ehi ragazzi, lo so cosa state pensando.
Frenate il Pon Farr.🤯
E poi lo sapete: “Ciò che succede a Ni’Var, resta a Ni’Var”.😉
Tornati sulla Discovery (con Saru visibilmente più contento) Tilly aspetta Burnham nel vecchio alloggio che condividevano quando “l’ammutinata” era salita a bordo.
Le comunica che ha deciso di accettare l’offerta di Kovich di insegnare all’Accademia e quindi lascerà la nave.
Infatti, poco dopo, saluta tutti nell’hangar navette (oddio, tutti. Molti non c’erano) e parte per una nuova avventura.
Io rimango convinto che diventerà il nuovo Boothby.
Comunque posso dire, specialmente in questa stagione, il personaggio di Tilly mi piaceva sempre meno e, sono felice che esplorerà nuove possibilità. Sicuramente tornerà. E speriamo migliore di come è oggi…o domani, visto che siamo nel 3190.
Adira torna, saluta Gray (che continua a non fare nulla) e trova nel suo alloggio una palla di vetro con neve🔮. All’interno un modellino dell’Enterprise NX-01 (guarda caso) e, sulla base, la scritta “All is possible”.
Vero, in Star Trek tutto è possibile. Anche che Tilly cambi carriera (grazie autori) e che Adira prenda il posto di Tilly (eh ma belin).
Nel complesso un buon episodio che mi è piaciuto.
Ora vorrei vedere anche la Terra ritornare nella Federazione e, finalmente, avere qualche dato in più sull’anomalia di materia oscura.
Sapete com’è, il pericolo incombe e bisogna salvare l’universo. Di nuovo.
Non è che l’equipaggio della Discovery porti un po’ sfiga?🤘
Ci sentiamo al prossimo episodio.🖖🖖🖖😊
Star Trek: Discovery – 4×03

Star Trek: Discovery – 4×03

di Alessio Candeloro

Eccomi a voi con la recensione dell’episodio 4×03 “Choose to live”.
Per iniziare vediamo una nave, la USS Credence che arriva nell’orbita di un pianeta. Devo dirvi che il design della nave non mi è dispiaciuto per niente, anzi. Qui vediamo il primo ufficiale, Patrick Fickett che si organizza con gli abitanti del pianeta per la consegna di un carico di dilitio. Flotta Stellare sempre più in versione corriere Amazon. “Si salve, abbiamo del dilitio per voi. Lo lasciamo in ascensore.”
Sul più bello, a scudi scesi, si materializzano dei personaggi. Gli ufficiali della Flotta vengono tutti tramortiti anche con prese al collo vulcaniane. Il primo ufficiale non ci sta. Non si farà rubare il dilitio e qui, il capo degli aggressori dice la frase: “Scegli di vivere”, il famoso motto delle Qowat Milat. La famosa sorellanza picchiatrice romulana, ormai nivariana. Che poi, diciamocelo, quella frase fa molto film di Clint Eastwood, “Coraggio… fatti ammazzare”. Perché prima tramortiscono tutti, e dopo quella frase Fickett viene passato per le armi. Belin.
Ovviamente questo furto innesca una riunione con:
Ammiraglio “brizzolato” Vance
Presidente Federazione Rillak
Presidente Ni’Var T’Rina
Capitano Michael Burnham
Si scopre che il capo dei ladri è J’Vini, una della sorellanza (si scoprirà più avanti che fu lei a soccorrere e salvare la mamma di Burnham). Non si sa perché abbia rubato il dilitio ma si decide per una bella missione congiunta Federazione/Ni’Var per catturarla.
Quindi appare mamma Burnham. Insieme ad un’altra consorella e due ufficiali della Flotta si andrà alla ricerca della romulana.
Qui scopriamo che nel dilitio rubato c’era un segnalatore e quindi basterà tracciarlo e troveremo la suora/assassina. Per una buona missione sotto copertura ci vuole una nave quindi Micheal viene incaricata di trovare un mezzo, perciò….. “Book, posso prendere la tua nave? 😍😍😍“. Ovviamente lui dice di sì e informa il capitano di stare lavorando con Stamets per capire meglio l’anomalia. L’ufficiale della Flotta pensa sia un tunnel spaziale primordiale. Ma manca un elemento. I tachioni. Ci vuole un aiuto. Così il capitano dice loro che l’Istituto delle Scienze di Ni’Var è lieto di aiutare. Così i due decidono di andare sul pianeta.
Nel frattempo Tilly parla con Saru dicendogli che, dopo aver parlato con Culber, vuole uscire dalla sua comfort zone e provare cose nuove. Quindi gli chiede di poter annaffiare i suoi fiori. Lui acconsente basta che non tocchi una particolare pianta se in fiore. “Tilly non toccarmi la pianta…. 🤔🤔“. Va beh, ci torneremo.
Da qui si passa in infermeria (mille sottotrame in questo episodio) dove il nuovo corpo di Gray è pronto. Ma per fare il rituale Zhian’tara (per trasferire le memorie da un corpo a un altro) ci vuole un guardiano. E così, in versione olografica, ecco riapparire il guardiano Xi. Belin questi ologrammi del 32°secolo fanno proprio tutto. Ovviamente, prima di procedere, bisogna sapere se anche il simbionte Tal è d’accordo. E siccome anche lui si sarà annoiato dei discorsi tra Adira e Gray, dà il benestare.
Altro cambio scena (starci dietro è un lavoro a tempo pieno) e troviamo Saru e Burnham che passeggiano allegramente per la nave e, ad un certo punto, lui se ne esce con questa pensata: “Suggerirei di portare con lei Tilly”. Lei lo guarda in modo strano del tipo: “Sto per scontrarmi con una che picchia come un ferraio, con dei mercenari al seguito e tu mi dici di portare con me l’unica che di combattimento non sa nulla?”
Lui subito giustifica la sua uscita col fatto che lei può essere un’ottima diplomatica. Va beh, ci portiamo Tilly. Che, bisogna dirlo, in queste puntate la vedo un bel po’ fuori fase. Come ho sempre detto il personaggio mi piace poco, perciò se trovasse una nuova carriera non mi strapperei i capelli. E magari potrebbero far tornare il comandante Nhan che era davvero un bel personaggio che poteva essere sviluppato ancora molto.
Sulla nave di Book (finalmente siamo partiti per la missione), mamma Burnham dice che bisognerà scendere senza phaser. Ma sì dai, rendiamo la missione sempre più facile. Al capitano e Tilly viene consegnata una spada. E nel giro di dieci secondi capiamo lo sguardo di prima del capitano all’idea di Saru. Mentre sono in viaggio (tracciatore nel dilitio così sappiamo dove andare) Tilly rimane affascinata dalla sorellanza (dai, altra cartiera da prendere in considerazione).
Raggiunta la destinazione, una luna in orbita intorno ad un pianeta, scoprono che il segnale proviene da una cavità interna. Ma prima di scendere vengono assalire sulla nave dai mercenari. Vengono fermati, ma la suora che accompagnava mamma Burnham ci lascia le penne. Appare J’Vini, in versione olografica (belin come viene sfruttata questa tecnologia) e dice loro di non seguirla, anzi: “Scegliete di vivere”. In pratica: “Chi è il prossimo che vuole essere affettato/trafitto?”
Ovviamente decidono di seguirla.
Poi si torna sulla Discovery.
Adira non sente più i ricordi di Gray. Ma lui non si sveglia. Sarà andato a buon fine il trasferimento? Bisogna aspettare. Allora Culber la porta a fare un giro per distrarla.
Quindi abbiamo:
Dottore + ingegnere + bar = freccette.
Ah, che bel richiamo ai mitici Bashir e O’Brien😊😊😊.
Tornando al capitano, si scopre il cadavere di un alieno e che la luna è, in realtà, una immensa nave (e qui la memoria corre a Star Wars e a Spazio 1999).
C’è un piccolo battibecco tra il capitano e sua mamma e Tilly fa l’unica cosa giusta. Fa da diplomatica e rasserena gli animi. Diplomazia spaziale, altra carriera da prendere in considerazione.
Su Ni’Var Stamets sottopone la questione agli scienziati che, dopo un piccolo riposino (che loro chiamano meditazione), rispondono che la sua teoria non ha prove e quindi sarà altro. Mentre gli scienziati riposano (volevo dire, meditano), T’Rina capisce che Book è triste e gli offre un alimento caldo. E vi giuro che per un momento ho pensato che lei fosse in realtà Sheldon Cooper. Mancava solo la doppia pacca sulla spalla e il “Su, su!”
Ma la nostra vulcaniana ha un’idea. Fare una fusione mentale con Book che è l’unico testimone della distruzione del suo pianeta. Magari ha visto i classici bagliori blu dei tachioni.
Sulla nave luna scopriamo che è una gigantesca capsula di salvataggio e rubare il dilitio era l’unico modo per salvare l’intera specie al suo interno. In caso l’anomalia fosse comparsa si poteva fuggire. Così J’Vini prende il posto di Taglonen, l’Abroniano (è il nome della specie) che faceva da guardia al suo popolo. Perché bisogna dirlo. Quando una specie è fortunata, è fortunata. Non solo il loro mondo natale è esploso, ma la loro biomateria è ricca di latinum (non fatelo sapere ai Ferengi) e quindi molti predoni li cacciano e li uccidono per quello.
Burnham, decide di tendere una trappola alla romulana. Usando Tilly come esca. No no, tranquilli. Potrebbe cambiare carriera, ma non la fanno fuori. Il piano si rivela perfettamente un colabrodo. Infatti mamma Burnham viene catturata e minacciata con la spada alla gola. Vedi aver avuto i phaser? Va beh.
Ma il capitano capisce la situazione. Se gli Abroniani si svegliano e si trasferiscono sul pianeta la “causa persa” che segue J’Vini finirà e tutti potranno vivere.
Domanda: ma se c’è l’anomalia che può arrivare da un momento all’altro, non sarebbe meglio restare sulla nave luna? Tipo “se non riesci ad uscire dal tunnel, arredalo”.
Il capitano riesce a svegliare gli alieni e la romulana si arrende. Su Ni’Var la presidente compie la fusione mentale con Book. Rivediamo l’esplosione del pianeta di Decathlon e, in realtà, dei bagliori blu si vedono. Ma lei dice che non c’è nulla nei suoi ricordi. Errore o T’Rina nasconde qualcosa?🤔🤔🤔
Però la vulcaniana fa anche una bella cosa. Momento emotivo. Sblocca un ricordo di Book su suo nipote cosicché lui possa cominciare a superare il lutto.
Al Quartier Generale della Flotta, J’Vini viene data in custodia alla presidente T’Rina perché, facendo così, il presidente della Federazione spera ci possa essere un rientro veloce di Ni’Var nella Federazione. Sempre più intrighi politici.
A Burnham la cosa non piace e lo dice alla presidente. Lei risponde che, in futuro, J’Vini potrà rispondere dell’omicidio di un ufficiale della Flotta. Anche a Vance la cosa non piace ma, con una poetica analogia musicale, dice che devono aver fiducia in Rillak.
Tilly va a trovare Saru che, nel suo alloggio, sta innaffiando le piante (belin ma quanta umidità nell’alloggio di Saru deve esserci?). Capisce che è stato lui a raccomandarla per la missione e lo ringrazia. E insieme giocano con le piante. Dai, se tanto mi da tanto, Tilly potrebbe diventare il nuovo Boothby con un po’ di impegno. Adesso hanno anche riaperto l’accademia. Sicuramente il posto vacante c’è. Gray, finalmente, si sveglia e (momento coccoloso) ringrazia tutti: Adira, Culber, Xi (che appare prontamente in versione…… Indovinate? Olografica), il lettino su cui era seduto, i tricorder, gli schermi, le porte dell’infermeria. Insomma tutti. Dice che ora può finalmente fare ciò che vuole e vivere. Tradotto, “Ciao Adira”. Infatti lei è la meno contenta di tutti.
Burnham raggiunge Book nel loro alloggio sulla nave di lui (e dateglielo un alloggio sulla Discovery). E, insieme, guardano una versione olografica (evvai ancora con questa tecnologia) della foresta del pianeta di Book. Finalmente riesce a dire anche a lei che comincia a stare meglio.
Che dire, episodio dalle mille sottotrame, non male. Ma non scopriamo nulla di più dell’anomalia. E il presidente di Ni’Var? Avrà mentito sulle luci?
La cosa certa è che gli alieni salvati in questo episodio aiuteranno i nostri eroi, nel finale di stagione, unendosi agli alieni farfalla. Almeno secondo me. E con questo (finalmente direte voi) è tutto. Ci vediamo al prossimo episodio. E se qualcuno vi dice: “Scegli di vivere”, voi correte, correte più forte che potete 🤣🤣🖖🖖🖖
Star Trek: Discovery – 4×01 & 4×02

Star Trek: Discovery – 4×01 & 4×02

di Alessio Candeloro

Buongiorno Trekker.
Come promesso eccomi con le mie consuete recensioni sugli episodi. Bando alle ciance e partiamo col parlare di Discovery 4×01 “Kobayashi Mary” e 4×02 “L’anomalia”.

La quarta stagione comincia alla grande spiegandoci come la Federazione si stia ricomponendo piano piano. Sempre più mondi rientrano nell’alleanza. Tranne Ni’Var, il nostro caro, vecchio Vulcano (più i romulani) se ne sta ancora sulle sue, come disse una volta O’Brien “in finestra”. Però in caso di bisogno (specie dal punto scientifico) è pronto a dare una mano. Dopo che Burnham e Book aiutano gli Alshain, con un riluttante Imperatore Lee’U che si arrabbia di brutto quando sente che la “Regina” Ruggine (Leeu è anche il nome di uno dei gatti che interpretano Ruggine) è stata addomesticata (geniale il riferimento al poema di Data dedicato a Spot, felix catus), si recano al quartier generale della Flotta Stellare. Qui facciamo la conoscenza della nuova Presidente della Federazione Laira Rillak, un ibrido umano/bajoriano/cardassiano che inaugura la riapertura dell’Accademia della Flotta Stellare dopo 125 anni (dal “the Burn”). E qui mi sorge una domanda. Se l’Accademia è chiusa da 125 anni, tutti gli ufficiali della Flotta visti da quando la Discovery è nel futuro, da dove arrivano? Chi li addestra? Boh. Va beh dai, non preoccupiamocene.
Viene anche inaugurato il nuovo bacino spaziale Archer, con tanto di musichetta di ENT che, diciamolo, ha fatto tutti emozionare (e ad alcuni è scesa anche la lacrimuccia 😢.
Poi, siccome stava andando tutto troppo bene, arriva una richiesta di aiuto da una lontanissima base della Federazione: Deep Space Repair Beta Six.
Allora. Tempo che lo dici tutto è finito l’episodio. Poi, io ogni volta che sento Deep Space spero sempre di sentire Nine. E dai su sceneggiatori, avete reso omaggio alla Voyager, a Nog, ad Archer, fate un piccolo sforzo e fatelo anche per DS9.
Comunque, essendo lontanissima (ma visto il casino successo 125 anni prima bisogna per forza fare le basi così lontano che tanto non le potevi raggiungere? Bah) solo la Discovery può raggiungerla e portare soccorso.
E a questo punto credo che la maggior parte dell’equipaggio della nave farà richiesta di trasferimento. Succede un casino e chi manda l’ammiraglio? La Discovery ovviamente.
Arrivati sul posto vedono questa stazione che gira come una trottola nello spazio. Una immensa (ma non si sapeva ancora quanto grande) distorsione ha distrutto cose e spinto la stazione. A bordo troviamo il comandante Nalas, nativo di Akoszonam. Praticamente uno che non vede il suo pianeta da anni (forse fare una base così lontano, visto che non si esplorava e non avevi dilitio, era inutile). Tra l’altro non è la prima volta che vediamo questa specie. Nello Short Trek “Children of Mars” (che vi consiglio di vedere perché è stupendo), una delle bambine protagoniste, Kima, è originaria di quel pianeta.
Basta divagare Ale. Avete ragione, scusate.
Ovviamente la Discovery, con una manovra EVA del suo capitano, che fa indispettire la Presidente che si trova a bordo della nave (perché sai, un neo eletto presidente dove decide di recarsi in un suo tipico giorno di lavoro? Su una nave che deve svolgere una missione di soccorso ad alto rischio visto che non si conosce la causa del problema), salva l’equipaggio della stazione, tra i quali un Luriano. Sarà più chiacchierone di Morn? Nel dubbio, anche a lui, non hanno fatto dire una parola.
Ma siccome la fortuna accompagna Nalas da decenni, muore schiacciato da dei detriti sul ponte dell’hangar della Discovery.
Burnham voleva salvare tutti e invece, come ci insegna il test della Kobayashi Mary, non sempre è possibile.
E qui scopriamo la vera ragione per la quale la Presidente Rillak è a bordo. Capire se Burnham poteva assumere il comando della nuova USS Voyager NCC 74656-J.
Dopo attenta valutazione da parte del Presidente (ma non dovrebbe essere il Comando di Flotta a decidere le nomine, le promozioni ecc del personale della Flotta Stellare? Altro boh) il nome della nostra eroina viene depennato dalla lista per il suo “bisogno patologico di salvare tutti visto il trauma infantile subito”. Che è un po’ come dire: “siccome vuoi salvare tutti non credi negli scenari senza via d’uscita”. Kirk ci ha costruito una carriera su quella convinzione. Evidentemente nel 3190 ricordano il test della Kobayashi Maru ma non l’unico (da quel che sappiamo) che l’ha superato.
P.S. Per chi se lo stesse chiedendo, dopo indagini, ho scoperto che Burham poteva essere benissimo a conoscenza del test visto che agli inizi del 2250 era già in uso all’Accademia.
Ora abbiamo un problema da risolvere. Quale anomalia ha fatto spostare la stazione, distrutto corpi celesti ecc? Dobbiamo scoprirlo.
Che voglio dire, ma non bastava il “the Burn” della scorsa stagione? Nel 32° secolo solo mega anomalie distruttive? Cioè ragazzi, fate un giro intorno al sole e andate in un altro tempo (si può fare. Episodio TOS “Domani è ieri” e il mitico film “Rotta verso la Terra”) perché qui solo casini.
Ma siccome non era ancora arrivata la parte emotiva in due episodi… Rullo di tamburi… Eccola:
Il pianeta Kwejian (che io continuo a sostenere essere il pianeta dove creano gli articoli di Decathlon) esplode a causa della stessa anomalia che aveva scagliato via la stazione che però era stata presa solo di striscio. Invece il pianeta viene preso proprio in pieno.
Book, molto probabilmente è l’unico sopravvissuto della sua razza.
Ma ogni disgrazia ci fa comprendere meglio l’universo. Quindi scopriamo che l’anomalia (grande 5 anni luce) si sposta. Una cosa così distruttiva volevi che rimanesse ferma? 😂😂😂 Ma no. Mettiamoci che ogni sistema stellare nella sua traiettoria potrebbe essere polverizzato.
Notare come questo accade appena dopo che dei pianeti si stanno riunendo alla Federazione.
Sarà forse un’arma di qualche nemico che non vuole che questo accada?
Lo pensammo anche la scorsa stagione col “the Burn”. E invece era stato un bambino kelpiano piagnone😔.
Quindi tranquilli ragazzi. Restiamo sull’anomalia naturale e iperdistruttiva e vedremo.
Ovviamente, per capire la traiettoria del fenomeno, bisogna recuperare i dati. Come fare?
Bisogna buttarcisi dentroooooo.
Va il nostro amico Book che ora ha un equilibrio mentale di uno col piede su una buccia di banana vicinissimo a un dirupo e, probabilmente, con tendenze suicide. Ma è capibile. Non solo ha perso tutta la sua famiglia, ma il suo intero pianeta. C’è gente che va in panico in maniera peggiore quando per qualche ora WhatsApp va in down. Momento di tensione. Forse muore. Forse rinsavisce. E, grazie alle parole di Burham e l’ologramma di Stamets che lo segue, si salva e torna con i dati.
Ma Tilly scopre che l’anomalia non segue una traiettoria lineare. Si sposta un po’ come le pare. Oggi vado lì, domani vado di là. Assomiglia ad un fenomeno incontrato dalla Voyager (l’ellissi di gravitoni). Tra l’altro, non si poteva chiedere a Zora (il computer della Discovery unita ai dati della Sfera vecchia di 100.000 anni) se un fenomeno simile è mai stato visto?
Ah, altro discorso sul prossimo corpo sintetico che avrà Gray. Inigo Soong type come quello di Picard. Uno dei pochi riusciti a detta di Culber. Ma così non si toglie una memoria al simbionte? Non si dovrebbe interpellare la commissione simbiotica?
Si rischia di creare un precedente pericoloso. Soprattutto per i simbionti. Boh.
In sostanza due episodi godibilissimi. E dopo aver rischiato di non vedere Discovery per 10 mesi, direi che possiamo essere contenti. Vediamo come evolve la situazione ma, secondo voi, cosa ci sarà dietro a questa anomalia distruggi ognicosapossibileeimmaginabile?
Ci sentiamo la settimana prossima.
LLAP🖖🖖

Reunion 2021

Reunion 2021

di Michela Barotto

Reunion 2021 a Riccione, torna la convention autunnale dello Star Trek Italian Club e Ultimo Avamposto, a cui da anni ci affianchiamo noi di I.K.S.

Questa edizione ha ospitato due interessanti personaggi del mondo del cinema e del doppiaggio; l’ospite internazionale è stato Trevor Butterfield, attore e tecnico degli effetti speciali in film di grande successo come la saga di Star Wars, Aliens, Harry Potter, Indiana Jones e molti altri.
Come da tradizione la Reunion accoglie anche doppiatori italiani, abbiamo così avuto il piacere di conoscere Alessandro Rossi, voce nel doppiaggio italiano di famosi attori come Patrick Stewart, Liam Neeson, Arnold Schwarzenegger, Samuel L. Jackson.

Entrambi sono stati ottimi e cordiali ospiti, ascoltare i racconti del loro lavoro è stato interessante e piacevole. Nonostante le ovvie limitazioni al contatto ravvicinato date dalla attuale situazione non sono mancate la sessione fotografica e quella autografi, breve occasione per gli appassionati di scambiare direttamente qualche parola con gli ospiti.

Ma non di soli ospiti sono fatti questi eventi. Il momento atteso da tutti è stata la proiezione dell’edizione integrale di Trek IT, documentario dedicato al fandom italiano di Star Trek, in particolare allo Star Trek Italian Club.
Nei mesi scorsi RAI 4 aveva già trasmesso questo documentario ma in versione ridotta per adattarsi alle esigenze di palinsesto. Alla Reunion abbiamo potuto rivedere Trek IT nella sua interessa vivendo insieme ogni emozione, ed è stato bellissimo!

Il pubblico si è intrattenuto con giochi e quiz, conferenze su vari argomenti (la musica in Star Trek, news sulle serie trek attualmente in produzione, turismo spaziale), dibattiti e presentazioni.

L’arrivederci rimanda a maggio del 2022, quando torneremo a Bellaria con la Starcon.

Trovate la photogallery dell’evento a questo link

Gardacon 2021

Gardacon 2021

di Michela Barotto

Quanto è stato bello tornare a fare le fiere dopo più di un anno e mezzo di fermo? Tantissimo!
La 2° edizione di Gardacon, la prima per I.K.S., ci ha visti tornare alla grande, accompagnati dagli amici di sempre di STIC – Star Trek Italian Club.
Grazie alla disponibilità e ospitalità dell’organizzazione della fiera Star Trek ha avuto un posto di tutto rispetto tra gli espositori, arricchendo un’area dedicata alla Fantascienza che ormai quasi tutte le fiere di comics e cultura pop vogliono avere.

Ci hanno così fatto compagnia anche La Bettola di Yoda con uno stand di Star Wars, SG-F Stargate Fanclub Italia ed il loro Stargate, Ritorno al futuro con memorabilia e curiosità, e ovviamente c’eravamo noi di Italian Klinzha Society con il nostro stand tematico Klingon e lo STIC che ha portato in esposizione una variegata collezione di oggetti trek.

Gardacon ovviamente ha offerto tante altre attività e attrazioni:
una vasta esposizione di costruzioni LEGO, un padiglione dedicato alla cultura pop giapponese, un’area gioco da tavolo, il wrestling (che spasso vederli combattere indossando la maschera dell’Uomo Tigre), tantissime postazioni gioco retrogame dalle consolle da casa a cabinati da sala giochi che ci hanno fatto tornare adolescenti, un padiglione dedicato al gaming di alto livello, il Kpop, e poi doppiatori, youtuber, musicisti, performer, disegnatori e autori.
Insomma ce n’era per tutti i gusti e l’abbondante afflusso di pubblico (nel pieno rispetto delle norme attualmente in vigore) ha premiato gli sforzi degli espositori.
E’ stato bello, cone sono belle tutte le fiere in cui il pubblico si ferma a fare una foto con noi anche se non sempre conoscono i Klingon. Ma noi siamo così, piacciamo!

Trovate la photogallery dell’evento a questo link

L’ultima spiaggia

L’ultima spiaggia

Titolo originale:
On the beach

Lingua originale: inglese

1° ed ORIGINALE.: 1957

1° ed. ITALIANA : 1959

Autore: Nevil Shute

Editore IT: Sugar Editore

di Siro Sanvito

Se alla maggioranza degli appassionati di fantascienza legati a questo genere si dovesse chiedere quale autore è responsabile di questa scelta risponderebbe Asimov, Heinlein, Dick, Verne o qualcun altro che mi sfugge. Il sottoscritto all’età di 12 anni si è appassionato al genere leggendo “L’Ultima spiaggia” romanzo di Nevil Shute scritto nell’ormai lontano  1957, la prima edizione italiana è del 1959. Vabbè la maggioranza non saprà neanche di cosa sto parlando ma vi assicuro che uscendo dal mondo di Sandokan e le sue tigri leggere questo libro è stata una folgorazione.

La terza guerra mondiale ha devastato l’emisfero settentrionale del pianeta. La guerra è stata scatenata dalle piccole potenze atomiche (Albania ed Egitto) che hanno provocato la reazione delle superpotenze. Gli ultimi sopravvissuti sono confinati nell’emisfero australe, in Argentina, Cile, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, ma il tempo loro rimasto è breve. Il fallout radioattivo sta lentamente scendendo da nord, uccidendo qualsiasi essere vivente, in breve tempo la Terra sarà deserta.
Il governo ha distribuito delle pillole agli abitanti per affrettare la morte quando le sofferenze da radiazioni diventano insopportabili. Un’atmosfera di rassegnazione regna sugli ultimi mesi dell’umanità. Una dopo l’altra le città australiane soccombono alla nube radioattiva e le persone cercano di passare questo periodo come se tutto fosse normale.
Il Tenente Holmes della Regia Marina Australiana ben conscio della fine vicina tenta in tutti i modi di passare il poco tempo rimasto vicino alla moglie e alla figlia, partecipando al “Gran Premio d’Australia” con una Ferrari rossa fiammante dove tutti i concorrenti corrono letteralmente incontro alla morte, preferendo questa fine a quella fra atroci sofferenze dovute all’inquinamento da radiazioni.
I tentativi di normalità sono però vani quando gli viene ordinato di salpare assieme al capitano Dwight Towers, comandante a bordo sottomarino americano Scorpion, rifugiatosi nel porto di Melbourne dopo la fine della guerra.
Sono inviati in missione negli Stati Uniti da dove proviene un misterioso segnale, che farebbe pensare ad alcuni sopravvissuti. Towers è legato a una giovane donna, Moira Davidson, con cui vivrà una breve ma platonica storia d’amore, rimanendo fedele alla moglie e alla famiglia perduta in America.
La missione è fallimentare, negli Stati Uniti nessuno è rimasto in vita, il misterioso segnale è automatico, Holmes e Tower tornano a Melbourne dove le persone iniziano a soffrire per le radiazioni in aumento.
Towers decide di portare il suo sottomarino fuori delle acque territoriali australiane per affondare con il suo equipaggio, Holmes attenderà la fine accanto alla sua famiglia. Moira Davidson vedrà sparire il sottomarino all’orizzonte dopo di che deciderà di prendere la usa pillola e di morire con un ultimo sorso di cognac.

In questo riassunto del romanzo è difficile trasporre il rapporto dolce amaro tra i personaggi che l’autore è riuscito a creare, quel velo di tristezza che ammanta tutto anche quei momenti di serenità creati artificialmente nei vari momenti del libro. Una virgola un accento nel posto giusto e l’autore non fa mai dimenticare al lettore la tragedia di un mondo che sta morendo, impoverendosi di tutte le forme di vita che lo abitano e tutto ciò solo per fame di potere.

Dal romanzo sono stati tratti due film, di cui uno per la tv:
Il primo: L’ultima spiaggia (On the Beach) del 1959 diretto da Stanley Kramer, interpretato da Gregory Peck, Anthony Perkins, Fred Astaire e Ava Gardner.
Il secondo: L’ultima spiaggia (On the Beach) è un film per la TV del 2000 diretto da Russell Mulcahy, remake del film omonimo del 1959 diretto da Stanley Kramer.
Di quest’ultimo, prima di questa ricerca, non conoscevo la sua esistenza, posso scrivervi due righe sul primo di cui ho ancora vividi ricordi; l’atmosfera surreale del romanzo è trasferita sulla pellicola in maniera semplicemente stupenda il finale cambia leggermente ma non per questo rimane meno tragico.
Il film ha ricevuto due candidature ai Premi Oscar 1960 e ha vinto il Golden Globe per la migliore colonna sonora originale.
Nel 1959 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell’anno.

pubblicato su Fantazone n° 30 – marzo 2015