di Alessio Candeloro
Eccomi a voi con la recensione dell’episodio 4×03 “Choose to live”.
Per iniziare vediamo una nave, la USS Credence che arriva nell’orbita di un pianeta. Devo dirvi che il design della nave non mi è dispiaciuto per niente, anzi. Qui vediamo il primo ufficiale, Patrick Fickett che si organizza con gli abitanti del pianeta per la consegna di un carico di dilitio. Flotta Stellare sempre più in versione corriere Amazon. “Si salve, abbiamo del dilitio per voi. Lo lasciamo in ascensore.”
Sul più bello, a scudi scesi, si materializzano dei personaggi. Gli ufficiali della Flotta vengono tutti tramortiti anche con prese al collo vulcaniane. Il primo ufficiale non ci sta. Non si farà rubare il dilitio e qui, il capo degli aggressori dice la frase: “Scegli di vivere”, il famoso motto delle Qowat Milat. La famosa sorellanza picchiatrice romulana, ormai nivariana. Che poi, diciamocelo, quella frase fa molto film di Clint Eastwood, “Coraggio… fatti ammazzare”. Perché prima tramortiscono tutti, e dopo quella frase Fickett viene passato per le armi. Belin.
Ovviamente questo furto innesca una riunione con:
Ammiraglio “brizzolato” Vance
Presidente Federazione Rillak
Presidente Ni’Var T’Rina
Capitano Michael Burnham
Si scopre che il capo dei ladri è J’Vini, una della sorellanza (si scoprirà più avanti che fu lei a soccorrere e salvare la mamma di Burnham). Non si sa perché abbia rubato il dilitio ma si decide per una bella missione congiunta Federazione/Ni’Var per catturarla.
Quindi appare mamma Burnham. Insieme ad un’altra consorella e due ufficiali della Flotta si andrà alla ricerca della romulana.
Qui scopriamo che nel dilitio rubato c’era un segnalatore e quindi basterà tracciarlo e troveremo la suora/assassina. Per una buona missione sotto copertura ci vuole una nave quindi Micheal viene incaricata di trovare un mezzo, perciò….. “Book, posso prendere la tua nave? “. Ovviamente lui dice di sì e informa il capitano di stare lavorando con Stamets per capire meglio l’anomalia. L’ufficiale della Flotta pensa sia un tunnel spaziale primordiale. Ma manca un elemento. I tachioni. Ci vuole un aiuto. Così il capitano dice loro che l’Istituto delle Scienze di Ni’Var è lieto di aiutare. Così i due decidono di andare sul pianeta.
Nel frattempo Tilly parla con Saru dicendogli che, dopo aver parlato con Culber, vuole uscire dalla sua comfort zone e provare cose nuove. Quindi gli chiede di poter annaffiare i suoi fiori. Lui acconsente basta che non tocchi una particolare pianta se in fiore. “Tilly non toccarmi la pianta…. “. Va beh, ci torneremo.
Da qui si passa in infermeria (mille sottotrame in questo episodio) dove il nuovo corpo di Gray è pronto. Ma per fare il rituale Zhian’tara (per trasferire le memorie da un corpo a un altro) ci vuole un guardiano. E così, in versione olografica, ecco riapparire il guardiano Xi. Belin questi ologrammi del 32°secolo fanno proprio tutto. Ovviamente, prima di procedere, bisogna sapere se anche il simbionte Tal è d’accordo. E siccome anche lui si sarà annoiato dei discorsi tra Adira e Gray, dà il benestare.
Altro cambio scena (starci dietro è un lavoro a tempo pieno) e troviamo Saru e Burnham che passeggiano allegramente per la nave e, ad un certo punto, lui se ne esce con questa pensata: “Suggerirei di portare con lei Tilly”. Lei lo guarda in modo strano del tipo: “Sto per scontrarmi con una che picchia come un ferraio, con dei mercenari al seguito e tu mi dici di portare con me l’unica che di combattimento non sa nulla?”
Lui subito giustifica la sua uscita col fatto che lei può essere un’ottima diplomatica. Va beh, ci portiamo Tilly. Che, bisogna dirlo, in queste puntate la vedo un bel po’ fuori fase. Come ho sempre detto il personaggio mi piace poco, perciò se trovasse una nuova carriera non mi strapperei i capelli. E magari potrebbero far tornare il comandante Nhan che era davvero un bel personaggio che poteva essere sviluppato ancora molto.
Sulla nave di Book (finalmente siamo partiti per la missione), mamma Burnham dice che bisognerà scendere senza phaser. Ma sì dai, rendiamo la missione sempre più facile. Al capitano e Tilly viene consegnata una spada. E nel giro di dieci secondi capiamo lo sguardo di prima del capitano all’idea di Saru. Mentre sono in viaggio (tracciatore nel dilitio così sappiamo dove andare) Tilly rimane affascinata dalla sorellanza (dai, altra cartiera da prendere in considerazione).
Raggiunta la destinazione, una luna in orbita intorno ad un pianeta, scoprono che il segnale proviene da una cavità interna. Ma prima di scendere vengono assalire sulla nave dai mercenari. Vengono fermati, ma la suora che accompagnava mamma Burnham ci lascia le penne. Appare J’Vini, in versione olografica (belin come viene sfruttata questa tecnologia) e dice loro di non seguirla, anzi: “Scegliete di vivere”. In pratica: “Chi è il prossimo che vuole essere affettato/trafitto?”
Ovviamente decidono di seguirla.
Poi si torna sulla Discovery.
Adira non sente più i ricordi di Gray. Ma lui non si sveglia. Sarà andato a buon fine il trasferimento? Bisogna aspettare. Allora Culber la porta a fare un giro per distrarla.
Quindi abbiamo:
Dottore + ingegnere + bar = freccette.
Ah, che bel richiamo ai mitici Bashir e O’Brien.
Tornando al capitano, si scopre il cadavere di un alieno e che la luna è, in realtà, una immensa nave (e qui la memoria corre a Star Wars e a Spazio 1999).
C’è un piccolo battibecco tra il capitano e sua mamma e Tilly fa l’unica cosa giusta. Fa da diplomatica e rasserena gli animi. Diplomazia spaziale, altra carriera da prendere in considerazione.
Su Ni’Var Stamets sottopone la questione agli scienziati che, dopo un piccolo riposino (che loro chiamano meditazione), rispondono che la sua teoria non ha prove e quindi sarà altro. Mentre gli scienziati riposano (volevo dire, meditano), T’Rina capisce che Book è triste e gli offre un alimento caldo. E vi giuro che per un momento ho pensato che lei fosse in realtà Sheldon Cooper. Mancava solo la doppia pacca sulla spalla e il “Su, su!”
Ma la nostra vulcaniana ha un’idea. Fare una fusione mentale con Book che è l’unico testimone della distruzione del suo pianeta. Magari ha visto i classici bagliori blu dei tachioni.
Sulla nave luna scopriamo che è una gigantesca capsula di salvataggio e rubare il dilitio era l’unico modo per salvare l’intera specie al suo interno. In caso l’anomalia fosse comparsa si poteva fuggire. Così J’Vini prende il posto di Taglonen, l’Abroniano (è il nome della specie) che faceva da guardia al suo popolo. Perché bisogna dirlo. Quando una specie è fortunata, è fortunata. Non solo il loro mondo natale è esploso, ma la loro biomateria è ricca di latinum (non fatelo sapere ai Ferengi) e quindi molti predoni li cacciano e li uccidono per quello.
Burnham, decide di tendere una trappola alla romulana. Usando Tilly come esca. No no, tranquilli. Potrebbe cambiare carriera, ma non la fanno fuori. Il piano si rivela perfettamente un colabrodo. Infatti mamma Burnham viene catturata e minacciata con la spada alla gola. Vedi aver avuto i phaser? Va beh.
Ma il capitano capisce la situazione. Se gli Abroniani si svegliano e si trasferiscono sul pianeta la “causa persa” che segue J’Vini finirà e tutti potranno vivere.
Domanda: ma se c’è l’anomalia che può arrivare da un momento all’altro, non sarebbe meglio restare sulla nave luna? Tipo “se non riesci ad uscire dal tunnel, arredalo”.
Il capitano riesce a svegliare gli alieni e la romulana si arrende. Su Ni’Var la presidente compie la fusione mentale con Book. Rivediamo l’esplosione del pianeta di Decathlon e, in realtà, dei bagliori blu si vedono. Ma lei dice che non c’è nulla nei suoi ricordi. Errore o T’Rina nasconde qualcosa?
Però la vulcaniana fa anche una bella cosa. Momento emotivo. Sblocca un ricordo di Book su suo nipote cosicché lui possa cominciare a superare il lutto.
Al Quartier Generale della Flotta, J’Vini viene data in custodia alla presidente T’Rina perché, facendo così, il presidente della Federazione spera ci possa essere un rientro veloce di Ni’Var nella Federazione. Sempre più intrighi politici.
A Burnham la cosa non piace e lo dice alla presidente. Lei risponde che, in futuro, J’Vini potrà rispondere dell’omicidio di un ufficiale della Flotta. Anche a Vance la cosa non piace ma, con una poetica analogia musicale, dice che devono aver fiducia in Rillak.
Tilly va a trovare Saru che, nel suo alloggio, sta innaffiando le piante (belin ma quanta umidità nell’alloggio di Saru deve esserci?). Capisce che è stato lui a raccomandarla per la missione e lo ringrazia. E insieme giocano con le piante. Dai, se tanto mi da tanto, Tilly potrebbe diventare il nuovo Boothby con un po’ di impegno. Adesso hanno anche riaperto l’accademia. Sicuramente il posto vacante c’è. Gray, finalmente, si sveglia e (momento coccoloso) ringrazia tutti: Adira, Culber, Xi (che appare prontamente in versione…… Indovinate? Olografica), il lettino su cui era seduto, i tricorder, gli schermi, le porte dell’infermeria. Insomma tutti. Dice che ora può finalmente fare ciò che vuole e vivere. Tradotto, “Ciao Adira”. Infatti lei è la meno contenta di tutti.
Burnham raggiunge Book nel loro alloggio sulla nave di lui (e dateglielo un alloggio sulla Discovery). E, insieme, guardano una versione olografica (evvai ancora con questa tecnologia) della foresta del pianeta di Book. Finalmente riesce a dire anche a lei che comincia a stare meglio.
Che dire, episodio dalle mille sottotrame, non male. Ma non scopriamo nulla di più dell’anomalia. E il presidente di Ni’Var? Avrà mentito sulle luci?
La cosa certa è che gli alieni salvati in questo episodio aiuteranno i nostri eroi, nel finale di stagione, unendosi agli alieni farfalla. Almeno secondo me. E con questo (finalmente direte voi) è tutto. Ci vediamo al prossimo episodio. E se qualcuno vi dice: “Scegli di vivere”, voi correte, correte più forte che potete
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